martedì 19 novembre 2024

Al pranzo o alla cena di Natale invita anche la sostenibilità

Buttiamo via cibo commestibile tutto l’anno, ma è sotto le feste che il rischio di spreco alimentare è più alto. Dalla spesa, alla scelta del menù della vigilia, alla gestione virtuosa degli avanzi, tutti i consigli per un Natale più sostenibile anche a tavola. 

AltroNatale
di Lorenza Resuli
pranzo natale

Secondo una ricerca di Too Good To Go, il più grande marketplace mondiale per le eccedenze alimentari, durante le feste l’86% degli italiani spreca cibo, 6 su 10 ammettono di acquistarne più del necessario e il 37% confessa addirittura di buttarne via più di un quarto. 
In questo periodo si rischia di comprare troppo e male, esagerando con i dolci tipici delle feste (la categoria più sprecata in assoluto) e con la carne rossa, ignorando la stagionalità dei prodotti, preferendo il pesce ricco (salmone, gamberi, tonno rosso...) al non meno gustoso pesce povero, a filiera corta. Allestire un banchetto più sostenibile permette di limitare gli sprechi, con vantaggi per il portafoglio e per l’ambiente. 

La spesa: mirata e calcolata

Sotto le feste dimenticarsi il detto “meglio abbondare che scarseggiare”: meno si avanza, meno si spreca. A tal scopo, prima di uscire di casa per lo shopping alimentare, preparare una dettagliata lista della spesa con una pianificazione precisa sia del menù e dei pasti previsti, sia del numero di invitati per calcolare le giuste dosi ed evitare di acquistare/cucinare per un esercito o, rischio più remoto, che le provviste non bastino. Meglio anche chiedere agli ospiti se hanno qualche esigenza alimentare particolare (allergie, intolleranze, diete specifiche…), per stabilire un menù con pietanze che possano essere consumate da tutti, prevenendo gli sprechi.  

Per la spesa preferire i mercati rionali e i negozi di prossimità, che si possono raggiungere a piedi o in bicicletta, rispetto al supermercato, che tra l’altro soprattutto a Natale pullula di “tentazioni” (offerte, confezioni natalizie scintillanti ecc.) che spingono a riempire il carrello di prodotti non previsti dalla lista della spesa. Lista che, invece, va rispettata senza deroghe, proprio per evitare il rischio di acquisti compulsivi, che spesso si trasformeranno in avanzi difficili da smaltire. I cibi più sprecati? Secondo la ricerca di Too Good To Go 4 italiani su 10 dichiarano di avanzare maggiormente i dolci tipici (come panettone, pandoro e torte), seguiti dal pane (35%) e dagli antipasti, tra cui salumi, stuzzichini o torte salate (25%).

Il menù: cibi di stagione e locali

Che si scelga un menù tradizionale o meno, dare la preferenza ai cibi a filiera corta, verificata ed etica. Sì agli alimenti sfusi, perché si possono dosare a piacimento e hanno un packaging ridotto, spesso limitato a un foglio di carta. Via libera, poi, ai cibi biologici e del commercio equo-solidale.

Parole d’ordine: stagionalità e territorialità, che possono far rima con genuinità e qualità. Semaforo verde alle varietà di stagione, più gustose ed economiche, e ai prodotti del nostro territorio rispetto a quelli che devono percorrere migliaia di chilometri per raggiungere le nostre tavole (con costi elevati anche in termini di emissioni inquinanti per il trasporto). È possibile preparare un ottimo banchetto natalizio anche senza frutta esotica, arrivata da noi via aerea, e mettendo in tavola pesci più sostenibili, come gli ottimi orata e branzino di allevamento, oppure i più economici e nostrani sgombri e sardine. E se proprio non si vuole rinunciare alla carne rossa, dall’elevato impatto ambientale in termini di consumo delle risorse (suolo, acqua ed energia), quantomeno togliamole il ruolo di protagonista assoluta della tavola delle feste. 

Se si è particolarmente virtuosi, infine, si può anche studiare un menù intelligente in chiave antispreco, con pietanze che – se avanzate – potranno essere riutilizzate più facilmente nei giorni successivi per creare nuove ricette. Il riso avanzato, per esempio, si trasforma rapidamente in crocchette e frittate, le verdure in ripieno per una torta salata o per le polpette e così via.  

Gli avanzi: meritano sempre una seconda chance

Durante il pasto, servire senza esagerare. Meglio stare indietro con le porzioni e invitare a un bis quando il piatto è vuoto per limitare la quantità di avanzi.

Ma ciò che resta dei pasti non deve finire nell’umido: qualunque avanzo merita una seconda possibilità.  Ci sono tanti modi per evitare la pattumiera: preparare delle “doggy bag” per gli invitati, che saranno ben felici di portarsi a casa qualche manicaretto natalizio o una fetta di panettone; organizzare “pranzi e cene degli avanzi”, una bella iniziativa antispreco e anche un ottimo pretesto per prolungare i festeggiamenti ai giorni successivi;  congelare come se non ci fosse un domani, visto che il congelatore conserva sia il cibo già cucinato sia quello fresco non consumato (non solo carne e pesce, ma anche la verdura cruda e la frutta, lavata e tagliata a pezzi); riutilizzare nei giorni successivi: quasi tutti gli avanzi possono rinascere in una nuova ricetta. Non dimenticarsi, infine, che qualunque rifiuto organico può trasformarsi in compost, ovvero prezioso nutrimento per le piante.
Tenere presente, infine, che molte associazioni benefiche di volontariato allestiscono pranzi di Natale per chi è in difficoltà. È possibile dare il proprio contributo portando sia prodotti alimentari nei giorni precedenti sia cibo cucinato la mattina del 24 dicembre.

La tavola: festosa, ma green

Anche se gli ospiti intorno alla tavola di Natale di solito sono numerosi, vietato lasciarsi tentare da piatti, posate, tovaglioli e bicchieri usa e getta, nemmeno se di carta o plastica compostabile: andrebbero comunque a ingrossare la mole (già in crescita) dei rifiuti natalizi. 

Nulla vieta di abbellire la tavola con centrotavola, segnaposto e decorazioni a tema, a patto che siano ecosostenibili. Con un po’ di fantasia, si possono creare da soli usando pigne, rami di pino, chiodi di garofano, bastoncini di cannella, bacche, agrumi e frutta secca, candele di riciclo o a Led. 

Il servizio “buono” di piatte e posate non riesce a coprire tutti gli invitati? Poco male: mischiare servizi diversi non è un peccato capitale, anzi, consente di creare una tavola molto più originale e allegra. In alternativa, è possibile rivolgersi a una stoviglioteca. Proprio così, anche piatti & Co. si possono affittare!

 

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