venerdì 24 gennaio 2025

(Ri)conosci i loghi sui cibi confezionati per una spesa più sostenibile

I consumatori sono sempre più attenti alla sostenibilità degli alimenti confezionati, che giudicano prima di tutto attraverso i numerosi loghi delle certificazioni. Ma dietro a questi marchi c’è anche molto altro. Orientarsi tra claim e sigle permette di evitare confusioni e di scegliere in modo più consapevole.

 

Altromangiare
di Lorenza Resuli
barattolo in mano

Al supermercato, dei cibi confezionati si controllano prima di tutto la data di scadenza e la lista degli ingredienti. Tra i criteri di scelta, in vetta si colloca la qualità, seguita dalla sicurezza, dagli effetti sulla salute e, infine, dal prezzo. La sostenibilità - conferma l’indagine tra i nostri ACmakers sulle abitudini al supermercato - viene dopo. Ma sta lentamente guadagnando terreno. E in questo processo virtuoso, i loghi delle certificazioni alimentari occupano indubbiamente un posto centrale.

Certificazioni alimentari: una garanzia in più, con qualche riserva

D’altra parte, l’offerta di prodotti alimentari certificati o addirittura pluricertificati è sempre più ampia. E questo in un certo senso è un bene, perché quando valutiamo la sostenibilità di un cibo confezionato, un logo che garantisce il rispetto di determinatati requisiti etici e/o ambientali durante la produzione e commercializzazione è utile. Lo consideriamo un valore aggiunto, tanto è vero che siamo disposti a pagare un prezzo più alto.

Attenzione, però: non è detto che questo esborso maggiore si traduca automaticamente in maggiori ricavi per i produttori, che anzi sono chiamati a sostenere costi sempre più pesanti per ottenere e mantenere nel tempo uno o più schemi di certificazione attraverso periodici controlli (audit) in loco. Sul sistema generale delle certificazioni, poi, da sempre pesa l’ombra del conflitto d’interesse legato al fatto che il controllato (il produttore) paga il controllore (l’ente certificatore). Un’anomalia che andrebbe definitivamente corretta nel segno di una maggiore trasparenza.

Tuttavia, le certificazioni hanno il grande merito di stimolare cambiamenti positivi e di aiutare i consumatori a scegliere/sostenere i marchi che hanno già imboccato la strada della sostenibilità. Permettono, cioè, di fare una spesa davvero più consapevole. A patto, però, di riuscire a orientarsi nella selva di sigle e loghi diversi che non di rado generano confusione, aumentata dallo spettro del greenwashing, ovvero claim e autodichiarazioni ingannevoli che "travestono" di verde prodotti poco o nulla green.

I loghi di sostenibilità più diffusi

Non tutti i loghi che si trovano sulle confezioni dei prodotti alimentari certificano la loro sostenibilità. E anche tra le certificazioni di sostenibilità ci sono differenze notevoli, a seconda che garantiscano il rispetto di uno o più standard:

  • ambientali, come la riduzione dell’inquinamento, la tutela della biodiversità e del clima, la conservazione delle risorse naturali, la riduzione dei rifiuti;
  • sociali, come l’abolizione del lavoro minorile, l’eliminazione del lavoro forzato, la libertà di associazione e il riconoscimento del diritto di negoziazione collettiva, la sicurezza e salute dei lavoratori, l’uguaglianza e la non discriminazione;
  • economici, tra cui il salario dignitoso e il prezzo equo.

Vediamo quelli che si trovano con maggiore frequenza, suddivisi in tre macro-categorie sulla base della tipologia di prodotto,  e che cosa “certificano” esattamente.

Prodotti biologici

Biologico UE e Demeter

Logo BIO   demeter

Entrambi i marchi includono parametri esclusivamente ambientali.

Il logo biologico dell’UE si può trovare solo sui prodotti che sono stati certificati come biologici da un organismo o da un’agenzia di controllo autorizzato. Questi prodotti hanno soddisfatto standard rigorosi durante la produzione, la trasformazione, il trasporto e l'immagazzinamento.

Il marchio Demeter - gestito dall’associazione privata di produttori, trasformatori e distributori di prodotti agricoli e alimentari biodinamici Demeter - assicura il rispetto degli standard dell’agricoltura sia biologica sia biodinamica e prevede periodici controlli di una terza parte indipendente.

Prodotti/ingredienti esotici

Rainforest Alliance, FairtradeRoundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO), Altromercato

Rain Forest AllianceFairtrade  RSPO  Altromercato

Questi quattro loghi si possono trovare sui cibi che hanno alle spalle filiere produttive critiche sul doppio fronte etico e ambientale, come il caffè e il cacao. Prevedono, infatti, schemi di certificazione attenti soprattutto agli aspetti sociali ed economici: tutti, per esempio, includono i principi fondamentali dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) e salari dignitosi.

Ma questi marchi comprendono anche standard ambientali, soprattutto Rainforest Alliance, che include tutti i parametri fondamentali a tutela dell’ambiente. Gli schemi di queste certificazioni prevedono verifiche (audit) periodiche da parte di organismi accreditati.

Prodotti ittici

Dolphin save, Aquaculture Stewardship, Friend of the Sea, Marine Stewardship Council (MSC)

Dolphin safe  ASC  Friend of sea  pesca sostenibile e certificata

Tra i marchi alimentari meno noti, garantiscono una pesca e/o un’acquacoltura più sostenibili, a partire dalla tutela della biodiversità marina. In particolare:

  • Dolphin safe certifica le aziende produttrici di tonno che garantiscono di non acquistare pesce catturato con metodi che implicano rischi per i delfini; mancano, però, informazioni pubblicamente disponibili sull’iter e i costi per la richiesta della certificazione e i relativi servizi di audit.
  • ASC include standard per allevamenti, mangimi e la documentazione sulla tracciabilità, oltre a regole contro il lavoro minorile e quello forzato.
  • Friend of the Sea certifica prodotti da pesca e/o acquacoltura sostenibile, integratori e sale (nonché ristoranti). I criteri inclusi sono riduzione dell'inquinamento, tutela della biodiversità e conservazione delle risorse naturali. Sono previsti audit annuali in loco da enti di certificazione indipendenti.
  • MSC certifica pesce e prodotti ittici pescati. Lo standard seguito si basa su tre principi: stock ittici sostenibili, riduzione al minimo dell’impatto ambientale (su altre specie e habitat), gestione efficace nel rispetto delle leggi internazionali e adattamento alle mutevoli circostanze ambientali. Esistono anche uno standard per la documentazione sulla tracciabilità dei prodotti e uno per le alghe.

Le “altre” certificazioni alimentari

Non sono pochi anche gli “altri” loghi alimentari, cioè quelli che non hanno nulla a che fare con la sostenibilità anche se alcuni possono essere scambiati facilmente per “green”, vuoi per l’immagine, vuoi per i colori dominanti, vuoi per il nome.

Molte certificazioni alimentari, per esempio, rispondono a precisi dettami dietetici, altri si riferiscono al territorio di origine del prodotto e offrono garanzie di qualità. Ecco una carrellata di quelli che si trovano sempre più spesso sui prodotti alimentari negli scaffali dei supermercati.

Esigenze dietetiche particolari

Spiga barrata, Halal, Kosher, Vegan, Vegetarian

spiga barrata Helal IKU vegan vegetarian

Questi loghi rispondono a esigenze dietetiche specifiche legate alla salute (come la spiga barrata, che garantisce ai celiaci l’assenza di ingredienti che contengono glutine), al credo religioso (come la certificazione Halal per gli islamici o quella Kosher per gli ebrei osservanti) o alla scelta di escludere dalla propria alimentazione i cibi di origine animale. I loghi e i claim che richiamano al "vegetariano" e al "vegano" sono tanti e non sono disciplinati da alcuna legge. Il regolamento UE 1169/2011, infatti, regola le informazioni volontarie sugli alimenti, ma rimanda a futuri atti esecutivi la definizione dei requisiti relativi all'idoneità di un alimento per vegetariani o vegani.

I marchi di origine

Indicazione geografica protetta (IGP) e Denominazione di origine protetta (DOP)

indicazione geografica protetta Denominazione origine protetta

Entrambi gli schemi sono definiti dal Regolamento UE 2024/1143.

L’IGP (Indicazione geografica protetta) certifica che una qualità specifica o una caratteristica particolare del prodotto è legata alla regione geografica da cui proviene, dove ha avuto luogo almeno una delle fasi di produzione, lavorazione o preparazione.

La DOP (Denominazione di origine protetta) indica che tutte le fasi del processo di produzione, trasformazione e preparazione del prodotto alimentare sono avvenute nella sua regione d’origine. I prodotti DOP e IGP sono certificati da organismi di controllo indipendenti.

I loghi sulla sostenibilità del packaging

Attenzione: ci sono loghi che non riguardano la sostenibilità del cibo in sé, bensì della confezione in cui è racchiuso. Da notare che, quando giudicano la sostenibilità di un cibo confezionato, gli ACmakers della nostra inchiesta sulle abitudini in fatto di spesa alimentare ritengono più importante il materiale dell’imballaggio rispetto agli ingredienti con cui il prodotto è stato realizzato.

Eppure questi loghi sono un po’ specchietti per le allodole: certificano la sostenibilità del packaging, certo, ma dicono poco o nulla sull’impatto ambientale o sugli aspetti sociali del prodotto che contengono, che ha un peso decisamente maggiore sulla filiera produttiva e che potrebbe non essere affatto green.

Forest Stewardship Council (FSC) e Programma for the Endorsement of Forest Certification (PEFC)

FSC  FEFC

Il marchio FSC assicura che la carta e altri derivati del legno provengano da foreste gestite in modo corretto sul fronte ambientale, socialmente vantaggioso ed economicamente sostenibile. Tra gli aspetti sociali inclusi: il divieto del lavoro minorile e forzato, la libertà di associazione, il diritto di negoziazione collettiva. Sono previste verifiche di terze parti indipendenti.

Il marchio PEFC garantisce che i prodotti forestali provengano da foreste gestite in modo sostenibile. Include tutti i principi fondamentali dell'Organizzazione internazionale del lavoro e, sul fronte ambientale, la tutela della biodiversità e del clima, oltre alla conservazione delle risorse naturali. Sono previsti controlli di terze parti indipendenti.

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