mercoledì 16 luglio 2025

Dentro la filiera del cacao: l’impegno di Altromercato per un cioccolato più giusto

Simone Rocchi Altromercato

intervista a

Simone Rocchi

responsabile delle filiere di Altromercato

Altromercato lavora da anni per costruire una filiera del cacao equa, trasparente e sostenibile. L’intervista della nostra Manuela Cervilli a Simone Rocchi che racconta le azioni concrete per tutelare i produttori e il pianeta.

raccolta del cacao

Negli ultimi anni il prezzo del cacao ha raggiunto livelli record, trascinando con sé anche quello del cioccolato sugli scaffali dei supermercati. Ma dietro l’aumento dei costi c’è molto più di una semplice questione economica: si parla di crisi climatica, di speculazione finanziaria e di profonde disuguaglianze nella distribuzione del valore lungo tutta la filiera. Come raccontiamo sul sito di Altroconsumo il sistema attuale sta mostrando tutta la sua fragilità. Ma esistono anche esperienze virtuose che provano a cambiare le regole del gioco.

Una di queste è Altromercato, realtà storica del commercio equo e solidale in Italia, che da anni lavora per costruire filiere trasparenti, stabili e realmente sostenibili. Ne abbiamo parlato con Simone Rocchi, responsabile delle filiere, che ci ha raccontato le sfide e le strategie concrete messe in campo per sostenere i produttori, tutelare l’ambiente e garantire un prezzo giusto lungo tutta la catena del valore. Perché, quando parliamo di cioccolato, fare scelte consapevoli è oggi più importante che mai. E per orientarci tra etichette, bollini e marchi, abbiamo approfondito le certificazioni del cioccolato (tra cui anche quella di Altromercato) per un acquisto consapevole.

I piccoli produttori di cacao ottengono solo 1-5 % del valore finale del cioccolato. Che misure adotta Altromercato per ridurre questo sfruttamento?

“Lavoriamo direttamente con le cooperative di produttori, per prezzi trasparenti lungo la filiera: firmiamo con loro il protocollo Made in Dignity, che prevede una relazione trasparente tra tutti gli attori coinvolti. La definizione del prezzo del cacao varia da Paese a Paese, in base a politiche locali e prezzi minimi garantiti per legge ai contadini. Altromercato riconosce sempre un premio aggiuntivo ai produttori, per assicurare una reale sostenibilità economica alle famiglie. In più reinvestiamo una parte degli utili in programmi di supporto alle cooperative per mitigare le fluttuazioni di mercato e i rischi del cambiamento climatico”.

La filiera del cacao può portare a deforestazione e perdita di biodiversità. Come si tutela l’ambiente?

“Fortunatamente, da qualche anno la Ue ha adottato misure come la normativa European Union Deforestation Regulation, che impone obblighi per contrastare la deforestazione illegale e la perdita di biodiversità. Tuttavia, negli ultimi mesi si è assistito a una semplificazione eccessiva delle procedure. Altromercato continua però a promuovere interventi concreti per sostenere la biodiversità nelle coltivazioni di cacao. Un esempio concreto è il progetto quinquennale di cooperazione tecnica allo sviluppo in Togo, in collaborazione con Esselunga. Qui supportiamo le fasi di post-raccolta del cacao, la creazione di siti di compostaggio e l’organizzazione di scuole di campo per insegnare le buone pratiche agricole e migliorare resa e qualità del raccolto. Il nostro obiettivo è contrastare il modello tradizionale di produzione del cacao, basato su coltivazioni intensive e monovarietali, che ha dimostrato nel tempo la sua insostenibilità”.

Le grandi multinazionali possono influenzare i prezzi speculando sulle scorte. Come si garantiscono prezzi più stabili ai produttori?

“L’industria del cioccolato ha progressivamente ampliato la distanza tra i vari attori della filiera, cercando spesso di isolare le problematiche specifiche di ciascuno. Questo modello è insostenibile e controproducente. Le difficoltà nella filiera riguardano tutti gli attori coinvolti: solo con filiere trasparenti è possibile costruire soluzioni sostenibili. Altromercato si impegna a mettere tutti gli attori allo stesso tavolo. Per proteggere il mercato dalle oscillazioni e garantire prezzi più stabili servono contratti di lungo termine con le cooperative di produttori (che assicurino acquisti costanti e prezzi più prevedibili, permettendo alle famiglie di pianificare) e prezzi minimi garantiti (che tutelino i produttori dalle fluttuazioni speculative e incentivino pratiche agricole sostenibili). Se ci fosse più trasparenza nella filiera, si ridurrebbe il potere speculativo delle grandi multinazionali”.

Nonostante l’aumento del cacao, il rialzo dei prezzi in Italia è stato assorbito dalla filiera. Continuerà così?

“Sì, ma negli ultimi mesi il trend sta cambiando, con molte aziende che trasferiscono gli aumenti sui prezzi finali dei prodotti. Questa crisi non sarà breve, come qualcuno aveva ipotizzato, e proprio per questo molte aziende hanno scelto finora di non aumentare i prezzi al consumatore. Il modello di produzione del cacao è infatti in crisi strutturale: le nuove piante messe a dimora nell’ultimo anno impiegano almeno 3-4 anni per raggiungere la piena produttività. Il mercato si aspetta che i prezzi rimangano elevati per almeno altri due anni. È probabile che nei prossimi mesi, in vista del Natale, i produttori decidano di trasferire agli acquirenti gli incrementi di costo finora assorbiti, con conseguente aumento dei prezzi dei cioccolatini”.

 

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