In un futuro sempre più vicino vivremo in abitazioni green dalle fondamenta al tetto. Luoghi "puliti", dove la sostenibilità è di casa. Edifici progettati per ridurre al minimo il fabbisogno energetico, che sarà interamente coperto da fonti rinnovabili. Dimore arredate con materiali naturali e riciclati, illuminate solo con luci LED a basso consumo, popolate di elettrodomestici efficienti e dispositivi intelligenti.
Lo chiede il Pianeta e anche l'Europa, che con il Green Deal ha fissato le tappe di quella "transizione verde" necessaria per conquistare la neutralità climatica entro il 2050. Entro questa fatidica data, l’intero patrimonio edilizio nazionale dovrà essere a zero emissioni. Una missione che oggi appare quasi impossibile, almeno per l'Italia.
Un Paese con milioni di case vecchie ed energivore
Se il futuro prossimo è verde, infatti, il presente del nostro Paese vira al nero. Anzi, al grigio cemento. Lo rileva il recente report "La consistenza del parco immobiliare nazionale" realizzato dall'Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile): oggi quasi il 75% degli edifici europei è inefficiente sul fronte energetico, mentre in Italia oltre il 60% dei 12 milioni di abitazioni residenziali è stato progettato prima degli anni '70 e, dunque, si colloca nelle classi energetiche più basse (F e G). I dati Istat confermano: 1/4 dell'intero patrimonio residenziale italiano è composto da edifici costruiti prima del 1946 e, di questi, 1,8 milioni risalgono addirittura a prima del 1919. Secondo l'Enea, sono proprio queste case vetuste quelle messe peggio sul fronte energetico.
In altre parole, la maggior parte delle case in cui viviamo avrebbe bisogno di pesanti interventi strutturali per raggiungere l’efficienza energetica che l’Europa chiede a gran voce e a suon di direttive. L'ultima delle quali, l'Energy performance of building directive (EPBD), più nota come direttiva "Case green", è entrata in vigore nel maggio 2024. I Paesi Ue hanno 24 mesi di tempo per studiare un piano strategico mirato a ridurre progressivamente i consumi energetici del loro parco immobiliare attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio. Un piano che dovrà raggiungere dei target ben precisi.
L’Italia dovrà fare i conti con l’Europa e con i cittadini
Entro il 2030, il nostro Paese dovrà ridurre il suo consumo energetico medio del 16%, mentre entro il 2035 il target sarà tra il 20% e il 22%. Ciò significa che, nella prima fase, il piano riguarderà tra i 3 e i 5 milioni di immobili, cioè quelli con le prestazioni energetiche peggiori. Secondo il report "Il valore dell'abitare" di Cresme e Symbola, promosso da Assimpredil Ance di Milano con European Climate Foundation, per rendere green solo queste case particolarmente energivore ci vorranno tra i 285 e i 320 miliardi di euro. Ma questo, appunto, è solo l’inizio.
Secondo un'analisi condotta da Deloitte sull’impatto della direttiva Case green in Italia, presentata nel maggio scorso in occasione dell’evento "Greenhouse Legislation: black hole or pink future per il Real Estate italiano?", il nostro Paese parte in netto svantaggio rispetto ad altri Paesi europei proprio per l'obsolescenza e la conseguente inefficienza energetica di 8 edifici su 10. Per riqualificare il patrimonio immobiliare nazionale secondo gli standard richiesti dalla Ue, dunque, Deloitte stima che potrebbero essere necessari investimenti tra gli 800 e i 1.000 miliardi di euro, una cifra vicina al nostro Prodotto interno lordo.
Per ogni casa "vecchia", insomma, l’adeguamento secondo i nuovi standard dettati dall'Europa e dalla transizione verde potrebbe tradursi in un esborso ("spesa imprevista"?) di diverse migliaia di euro, proibitivo per tantissime famiglie. I singoli Stati, dunque, dovranno scendere in campo con nuovi, sostanziosi incentivi. L'Italia lo farà? La scure calata dall'ultima Finanziaria proprio sui bonus edilizi, molti dei quali finalizzati all'efficientamento energetico degli immobili residenziali, non fa presagire nulla di buono. Il famoso Superbonus? Morto e sepolto. L'ecobonus? Sopravvive, ma azzoppato: la detrazione scende dal 65% al 50% solo per le prime case e per l’anno in corso, mentre dal 2026 si abbasserà ulteriormente al 36%. Per le altre abitazioni, 36% già dal 1° gennaio 2025 e 30% dal 2026. La lama della scure fiscale affonda nelle tasche degli italiani proprio in un momento di nuovo caldo sul fronte bollette, in aumento per l'ennesima, preannunciata impennata del prezzo del gas.
In attesa delle grandi manovre, meglio alleggerire la bolletta nel proprio piccolo
Secondo l'indagine "Gli italiani e la povertà energetica", realizzata da Ipsos in collaborazione con Banco dell’energia, il 16% dei nostri concittadini teme di non poter pagare le bollette di luce e gas, quasi l’80% si dice abbastanza o molto preoccupato dell'impatto degli aumenti delle bollette sul bilancio della famiglia e oltre 40% è molto attento al risparmio energetico. E ancora: dallo studio "The Energy Provider's Guide to Net Zero", condotto da Accenture a dicembre in 18 Paesi, emerge che nell'ultimo anno in Italia quasi 1 famiglia su 3 ha avuto difficoltà a pagare le bollette di gas ed elettricità e che l'87% degli italiani sarebbe anche interessato a un'energia più sostenibile, ma solo il 46% è disposto o in grado di sostenere la spesa non irrisoria che la transizione energetica richiederebbe. Questo non stupisce, tenendo conto che, oltre alle bollette di luce e gas, a gennaio anche l'inflazione è tornata a salire dell'1,5% e il potere d'acquisto a scendere.
Con questi chiari di luna, diventa ancora più importante fare la propria parte nella vita quotidiana. Tutti possiamo rendere la casa in cui viviamo un po' più green e meno pesante per il portafoglio. Basta scegliere e adottare "un altro modo di abitare". Più sostenibile, attento a ridurre gli sprechi e a incrementare il risparmio energetico. Piccoli gesti quotidiani che non sacrificano la qualità di vita né che richiedono un grosso sforzo, ma che nell'insieme e moltiplicati per milioni di cittadini possono produrre grandi risultati in termini di impatto ambientale, risparmio economico e anche benessere psicofisico. Perché una casa più green è anche una casa più sana e rilassante. Un luogo dove si vive meglio.