martedì 29 luglio 2025

Andrea Grieco, l’attivista gentile che parla di giustizia climatica con scienza e passione

Dalla Basilicata alla Cop, Andrea Grieco racconta il suo impegno per la giustizia climatica: divulgazione, attivismo gentile e azioni concrete contro le disuguaglianze.

di Antonino Palumbo
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I suoi riferimenti sono Martin Luther King e Mahatma Gandhi. L’allergia alle ingiustizie è stata la sua benzina. E da un paesino della Basilicata ha studiato, viaggiato, approfondito, diventando prima cooperante internazionale, poi attivista e ora divulgatore sui temi della giustizia climatica e sociale. Oggi Andrea Grieco è fra i volti, le voci e le menti più riconoscibili nel dibattito sul tema della sostenibilità ambientale e umana. Non a caso ha collaborato con un’agenzia Onu, Amnesty International Italia, la Marina Militare, si è occupato di Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e comunicazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Intanto, sui suoi social spiega, ad esempio, come un polmone verde come il Central Park di New York aiuti ad affrontare la crisi climatica in città. Ma anche gli effetti della crisi sui ghiacciai e sul Sud del mondo, la necessità di rifugi climatici e città vivibili. E non perde il suo garbo neppure con gli hater.

Un percorso tra cooperazione, studi e sostenibilità

Tutto inizia alle scuole medie, da una ricerca su Gandhi e King. “Loro sono stati una grande fonte d’ispirazione. Hanno fatto sì che io scoprissi la mia propensione verso i diritti mani e la sostenibilità” spiega. Una sensibilità pungolata da vicende di cronaca (“Ricordo i barconi che arrivavano in Puglia e la guerra in Iraq, che mi hanno fatto pensare all’altra parte del mondo”) ma anche questioni geografiche. “Sono originario di Pisticci, in provincia di Matera, un territorio ‘famoso’ per lo sfruttamento dei terreni da parte delle compagnie petrolifere. Ho sentito l’esigenza di riappropriazione di spazi naturali e al contempo l’enorme distanza fra la mia regione e il mondo esterno. Il mio percorso, insomma, è stato una risposta alle ingiustizie”.

Crescendo, Grieco ha scelto di studiare Giurisprudenza con l’intenzione di diventare cooperante internazionale. Ha vissuto esperienze in Marocco e Spagna. Poi si è “scontrato con la realtà” di una situazione climatica e ambientale preoccupante, che provoca “migrazioni e violazioni di diritti umani in tutto il mondo”. Indagando e studiando temi ambientali e della giustizia climatica e sociale, è stato speaker alla Cop e portavoce di intere comunità, come in Ecuador. “Sono pervaso da un senso di giustizia sociale molto forte e la voglia di lottare contro le ingiustizie – sottolinea – è tutt’altro che un concetto idilliaco”.

Attivismo, divulgazione e una community in crescita

Tutto ciò è diventato attivismo e poi attività divulgativa, nata quasi per caso. “Ero sempre tanto in giro ed era sempre difficile starmi dietro. Ho iniziato a condividere quello che facevo per gli amici e la famiglia. Poi mi piace rendere semplici le cose che faccio, e diventa questo stesso un lavoro”. Oggi Andrea ha più di 30mila contatti fra Instagram e LinkedIn, 40mila aggiungendo Facebook. E garantisce interazioni costanti. “C’è un confronto costante con la community, che apprezza la mia trasparenza, anche sui contenuti legati ai brand. La democratizzazione mi sta a cuore, quando faccio capire un argomento posso dire di aver vinto”.

Andrea Grieco

La forza della comunicazione gentile

“Fondamentali” per lui sono l’approccio scientifico e la gentilezza. “Parto dalla scienza e mi attengo a quelli che sono i miei studi, la mia esperienza, i miei approfondimenti. La mia è una ‘comunicazione gentile’: non sono mai aggressivo, né allarmista, anche perché con l’ansia non si ottiene nulla”. Neppure gli insulti dei negazionisti ne intaccano l’indole: Andrea cerca di mantenere sempre un linguaggio positivo.

Le domande del pubblico e l’importanza del mainstream

Quali sono le domande più frequenti dei suoi follower? “Tanti mi chiedono come ho iniziato a fare questo lavoro. Altri, come supportare i Paesi i via di sviluppo o che vivono situazioni di crisi umanitaria. Mi domandano consigli pratici sulla sostenibilità, ma anche di spiegare loro cosa accade durante la Cop”.

E il suo messaggio arriva lontano. Qualche settimana fa, Elisa ha aperto il primo concerto a San Siro con alcuni contenuti di Andrea su giustizia sociale ed ecologia integrale: “È stata una piacevole sorpresa di Elisa e Fondazione Lotus. Inaspettata. Che soddisfazione far arrivare i miei messaggi a tante persone. E il mainstream serve, anzi direi che è fondamentale andare oltre la bolla”.

Oltre la differenziata: serve un welfare climatico

Anche perché oggi abbiamo bisogno “di consapevolezza, predisposizione all’ascolto e azione. Dobbiamo uscire dall’approccio antropologico sbagliato di disconoscere la crisi climatica. Sappiamo che esiste, ma facciamo di tutto per sentirci a nostro agio, andando a livello pratico poco oltre la raccolta differenziata. Servono azioni più impattanti: prediligere ad esempio i mezzi pubblici rispetto all’auto, ma anche pensare a un welfare climatico, con azioni concrete di supporto alle persone. Supporto economico, ma anche emergenziale: non possiamo sentire di oltre 500 persone morte per il caldo fra Milano e Roma. E il verde non può essere pensato come un lusso: il verde è il respiro della città, non possiamo vivere nel cemento, questo soprattutto oggi non è accettabile”.

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